“Before Design: Classic. Tradizione nel futuro”

Creatività, arte, design e cinema raccontano l’attualità del Classico. Obiettivo: la “meraviglia”, quella meraviglia classica che rompe le convenzioni, attraversando il tempo e lo spazio, diventando spunto irrinunciabile per costruire un nuovo stile di vita, un nuovo mondo, un nuovo futuro. Così il Salone del Mobile mette in scena il Classico.

Una mostra-evento e un corto d’autore firmato da un importante regista italiano, tra i migliori degli ultimi anni, riuniti sotto la direzione artistica dello Studio Ciarmoli Queda raccontano il Classico, inteso come categoria trasversale dell’abitare, che attraversa le diverse epoche mantenendo la propria costante attualità.

Forte di tutti questi elementi, differenti e complementari, il progetto “Before Design: Classic” protagonista al Salone del Mobile.Milano 2016, si sviluppa come una matrioska concettuale che raccoglie le diverse componenti e attinge, in un circolo virtuoso e con un approccio eclettico e libero, ai differenti territori della creatività. Apre ambiti inediti di scoperta e conoscenza, sorprendendo e arricchendo l’idea tradizionale di stile classico con nuovi contenuti, riscoperte e interpretazioni, in uno scenario in cui il pezzo classico conserva, rinnovandolo, il proprio ruolo da protagonista.

Before Design: Classic
“Ho trovato subito molto interessante il progetto “Before Design: Classic” e ho accolto con grande piacere la sfida di raccontare i mobili in modo non didascalico e all’interno di un impianto cinematografico” – afferma Matteo Garrone, autore del cortometraggio –“Mi è piaciuta molto l’idea di partenza, che vede il classico – inteso come bello in senso più ampio – attraversare le diverse epoche, mantenendo le proprie caratteristiche di attualità e contemporaneità e gettando un ponte verso il futuro. Per questo ho immaginato uno scenario post-atomico, un mondo distrutto dal quale i bambini (che incarnano lo sguardo puro, la capacità di vedere il bello) salvano dalle macerie alcuni pezzi, vere e proprie “perle” che si sono conservate nel tempo. Muovendosi sullo sfondo di un luogo incantato, in cui si sente molto il rapporto con la storia, i piccoli “custodi del gusto” riordinano, ripuliscono e conservano per il futuro questi mobili, per continuare a tramandare la bellezza. Il mobile diventa così il protagonista assoluto, resistendo attraverso le epoche e incarnando un gusto sempre attuale”.

Before Design: Classic

Il corto, parte integrante della mostra-evento, da cui nasce e a cui contribuisce, è audace e visionario; intende esprimere un’idea di classico che punta a superare qualsiasi barriera culturale, muovendosi tra suggestioni oniriche, immagini evocative e squarci su un futuro tutto da immaginare. Sullo sfondo di un paesaggio desolato e sospeso nel tempo si muovono piccole figure misteriose: sono i custodi del gusto, che cercano di recuperare  alcuni oggetti preziosi – mobili con finiture d’oro, tavoli laccati, cristalli luccicanti – miracolosamente salvati dalla distruzione, che meritano di essere preservati e valorizzati per nutrire un’idea di futuro possibile.

Before Design: Classic

Una mostra-evento, anzi un percorso multisensoriale, quello ideato da Simone Ciarmoli e Miguel Queda, che metterà in scena la bellezza e la contemporaneità del mobile classico durante il Salone del Mobile.

Nello spazio dedicato alla mostra il concetto espositivo dell’allestimento si ispira alla classica villa palladiana, in cui una serie di ambienti si susseguono, rivelando via via sorprendenti installazioni multimediali e sensoriali. Otto diverse stanze, ognuna dedicata a un differente tema con un carattere ben definito, introducono e custodiscono il cuore della mostra: un teatro, ispirato, per il suo forte contenuto di innovazione innestato sulla tradizione, al Teatro Olimpico di Sabbioneta.

Before Design: Classic

Diversi mood e allestimenti emozionali caratterizzano ogni stanza, da quella dedicata alla luce a quella abitata dalle ombre, dal “Convivium” alla sala della musica. Un teatro “all’antica”, come veniva anche chiamato l’Olimpico, diventa quindi il nucleo centrale, il riferimento su cui fondare l’intero edificio concettuale dell’installazione: una sorta di solido monolite che riunisce e fonde riferimenti alla classicità e all’architettura moderna, per accogliere infine, come parte di un corpo unico, il corto d’autore, che verrà proposto in loop all’interno dell’installazione, trasportando il visitatore in un’atmosfera sospesa, per fargli vivere un’esperienza unica.

Piscina Mirabilis

Matteo Garrone, il regista di Gomorra, ha scelto di ambientare il corto nella cosiddetta Piscina Mirabilis (l’antica cisterna romana nel comune di Bacoli, a Capo Miseno)

La Piscina Mirabilis è il terminale dell’acquedotto del Serino, costruito in età augustea  per l’approvvigionamento della base militare di Miseno e della  Classis praetoria Misenensis; la struttura (ammirata e studiata, tra gli altri, da Giuliano da Sangallo),  è costruita sulla collina prospiciente il porto di Miseno e consiste in una grande cisterna a pianta quadrangolare, scavata nel tufo.

Piscina Mirabilis

A pianta rettangolare, è alta 15 metri, lunga 70 e larga 25, con una capacità di 12.000 metri cubi. La volta a botte è sorretta da 48 pilastri a sezione cruciforme che scandiscono lo spazio interno in cinque navata lunghe e tredici corte. L’acqua veniva prelevata attraverso i pozzetti realizzati sulla terrazza che sovrasta le volte con macchine idrauliche, e da qui canalizzata verso il porto. La struttura muraria è realizzata in opus reticulatum e, così come i pilastri, è rivestita di materiale impermeabilizzante. Una serie di finestre lungo la sommità delle pareti laterali e gli stessi pozzetti superiori provvedevano all’illuminazione e all’aerazione dell’ambiente.

Piscina Mirabilis

Sul fondo, nella navata centrale, si trova una piscina limaria di 20 metri per 5, profonda 1,10 metri, che veniva utilizzata come vasca di decantazione e di scarico per la pulizia e lo svuotamento periodico della cisterna. Purtroppo anche questo sito archeologico si sta lentamente sgretolando, e la scelta del regista romano di usarlo come location per questo suo cortometraggio ha senz’altro il merito di puntare i riflettori su un bene culturale poco conosciuto che andrebbe, come tanti altri, conservato e valorizzato, prendendo esempio da quello che fanno a Istambul per la Basilica Cisterna Yerebatan Sarnici, che è curata e tenuta come un’opera d’arte di inestimabile valore.