Italdesign GTZero

Con il progetto GTZero Italdesign ha voluto indagare il segmento delle vetture sportive, un grande classico della storia dell’automobile, dandone però un’interpretazione in linea con i tempi e progettando una versione tecnologica, sostenibile e versatile.

La versione della GTZero presentata a Ginevra si basa su un telaio modulare monoscocca in carbonio con batterie integrate; è alimentata da un powertrain elettrico composto da tre motori, due sull’asse anteriore, uno sul posteriore, in grado di erogare una potenza complessiva di 360 kW con una trazione integrale e quattro ruote sterzanti; raggiunge una velocità massima limitata a 250 km/h e ha un’autonomia di circa 500 km. L’80% della carica è raggiungibile in circa 30 minuti.

Italdesign_GTZERO

La forma slanciata e dinamica della Gran Turismo si combina con un abitacolo accogliente e generoso: trovano infatti posto due adulti e due bambini o, avanzando il sedile del passeggero, tre adulti ed un bambino, alle spalle del guidatore. Lo sbalzo posteriore ridotto, il muso allungato e l’altezza contenuta ne caratterizzano il carattere sportivo, mentre la conformazione shooting-brake consente di riporre comodamente tre bagagli nel vano posteriore e altri due in quello anteriore, rendendo GTZero un’auto perfetta anche per viaggi di medio e lungo raggio. 

L’ispirazione per disegnare la GTZero arriva direttamente dalla grande tradizione dei carrozzieri, che nei decenni dello scorso secolo hanno dato vita a vere e proprie “sculture in movimento”, divenute icone della storia dell’automobile. GTZero rende omaggio anche alla storia quasi cinquantenaria di Italdesign, riprendendo alcune soluzioni di alcune concept car del passato. I flap attivi sul cofano anteriore sono una citazione dell’Alfa Romeo Scighera del 1997, mentre cofano lungo, parafanghi pronunciati e la coda spiovente sono un omaggio alla Daewoo Bucrane del 1995; l’impostazione da sportiva “da poter usare con la famiglia” richiama invece la Ferrari GG50. La coda tronca e la continuità delle linee richiamano infine la Bizzarrini Manta, che nel 1968 segnò il debutto della neonata Italdesign. Per garantire leggerezza e resistenza, la carrozzeria è stata realizzata in materiali compositi e poggia sulla solidità del telaio monoscocca in carbonio con telaietti in alluminio.

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Equilibrio e modularità sono i due concetti portanti del progetto. Da una parte si è cercato l’equilibrio tra forme e contenuti, visione e possibilità produttiva; dall’altra è stata ricercata una soluzione modulare, sia per l’architettura interna dell’abitacolo, sia per quella funzionale della piattaforma. Le linee esterne si sviluppano armoniosamente partendo dalle ruote, da 22” all’anteriore e 23” al posteriore; il trattamento delle superfici della carrozzeria è al tempo stesso muscolare, con i grandi passaruota e il cofano allungato a determinarne il carattere sportivo, e avvolgente, per ammorbidirne l’aggressività. In vista anteriore e posteriore spiccano le grandi prese d’aria e gli spoiler, soluzioni non solo estetiche ma funzionali, che racchiudono sistemi per l’aerodinamica attiva. Alle alte velocità gli spoiler infatti fuoriescono per aumentare la deportanza, le prese d’aria si aprono per favorire i flussi aerodinamici. In vista laterale spiccano due feritoie in prossimità dei passaruota che favoriscono il raffreddamento dell’impianto frenante.

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Il posteriore è dominato dalla forma esagonale del grande lunotto, che funge anche da portellone di accesso al vano bagagli. La forma geometrica è incorniciata da un lungo LED che corre tutto intorno alla superficie vetrata e che riporta le tipiche funzioni dei gruppi ottici posteriori.
L’ingresso a bordo è assicurato da due portiere che si aprono ad elitra – come gli  scudi  che proteggono le ali dei coleotteri – e che inglobano una porzione del tetto, aumentando il comfort di ingresso e uscita dall’abitacolo.

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In questa versione completamente elettrica le batterie sono integrate nel telaio e all’interno del tunnel centrale, mentre i tre motori elettrici sono ripartiti sugli assi anteriore e posteriore; in una versione ibrida all’interno del tunnel troverà posto l’albero di trasmissione.

“Less is more” è un concetto sul quale si è fondato gran parte del design industriale degli ultimi anni. Il progresso tecnologico ha portato i designer a pensare ad oggetti tecnologici dalle superfici estremamente pulite ed essenziali, potendo spostare contenuti e controlli dall’esterno all’interno dell’oggetto. L’abitacolo della GTZero colpisce proprio per l’estrema pulizia delle linee e l’essenzialità delle soluzioni adottate.

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L’andamento della plancia è scandito da tre grandi bocchette per l’aria condizionata; anche in questo caso il design è quanto mai funzionale e sfrutta appieno l’innovativa tecnologia di ventilazione, utilizzata anche recentemente per alcuni ventilatori domestici di alta gamma, ma mai sperimentata in una vettura. All’interno delle bocchette non è infatti presente alcun tipo di struttura, il flusso d’aria è generato proprio dall’ergonomia della bocchetta stessa, che garantisce una aerazione omogenea e diffusa ed un design estremamente minimale e sofisticato.

Un’altra caratteristica dell’abitacolo è l’assenza di pulsanti: con l’unica eccezione del freno di stazionamento, tutti i controlli sono demandati a superfici vetrate con controllo multitouch: a seconda di quante dita vengono appoggiate su di esse, appaiono differenti menu ed impostazioni.

Il volante è la vera consolle di controllo della GTZero: due pad posteriori, posizionati dove solitamente sono collocate le palette del cambio, consentono di controllare l’innovativo display OLED dinamico a tre livelli del cruscotto. Altre due, sulla parte anteriore, sono dedicate al controllo delle funzioni primarie quali luci, indicatori di direzione, tergicristalli…

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Le informazioni essenziali per il guidatore sono dunque suddivise su quattro schermi disposti su tre diverse profondità, come in una quinta teatrale. Il piccolo monitor centrale, più vicino al volante, riporta l’indicazione della marcia utilizzata; poco dietro e lateralmente ad esso, due schermi proiettano velocità e giri motore e, infine, sul grande monitor centrale sono riportate le informazioni per la navigazione. Agendo sui pad del volante è naturalmente possibile variare le informazioni proiettate; toccando entrambe le superfici contemporaneamente si attiva la modalità “Pista!”, che interviene sulla potenza erogata e sull’assetto della vettura. In modalità “Pista!”, al fine di aiutare la concentrazione del pilota, tutte le informazioni si concentreranno in un unico punto: gli schermi   intermedi scorrono su un binario fino a sovrapporsi fisicamente a quello principale, mentre quello più vicino al volante scompare.

Dal centro della plancia discende un ampio schermo. Si tratta, anche in questo caso, di una superficie vetrata con tecnologia multitouch. Il principio è il medesimo del volante: a seconda di quante dita vengono appoggiate su di essa appariranno diverse informazioni e menu. Da qui si possono controllare l’infotainment, selezionare le marce, il clima e l’illuminazione a bordo.

I sedili sono controllati elettronicamente e anche in questo caso, senza l’ausilio di pulsanti fisici, così come   lo sblocco delle portiere.

L’eleganza delle linee esterne è riportata all’interno della vettura grazie all’utilizzo di materiali di prima scelta come la pelle dei sedili e della plancia, lavorata a mano e armoniosamente abbinata ad elementi più freddi come l’alluminio satinato o il carbonio.

Il comfort a bordo è sottolineato anche dalla conformazione “cocoon” dell’abitacolo stesso che avvolge letteralmente i passeggeri, sia nella disposizione 2+2, sia in quella 3+1 e, vista la struttura portante in monoscocca di carbonio, ne garantisce l’incolumità.