Customized Home – L’abitare su misura

La maggior parte delle persone, oggi, aggiorna quotidianamente la propria bacheca Facebook o Tumblr, la galleria di scatti su Instagram o Flickr, la playlist di tracce musicali di Spotify (e l’elenco potrebbe continuare), selezionando, assemblando e ricombinando file, immagini, suggestioni, informazioni e creando contenuti originali con piglio che potremmo definire “curatoriale”. La felice intuizione di marchi come Nike – che lasciano ai consumatori la possibilità di scegliere e di cocreare la configurazione finale dei loro prodotti – un po’ alla volta e soprattutto grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie sta trovando terreno fertile anche nel mondo dell’abitare. È il concetto di mass-customization che fa dialogare virtuosamente la produzione in serie e l’esigenza di unicità e di prodotti creati su misura dei bisogni e delle caratteristiche del singolo.

La casa è per sua stessa natura uno dei principali luoghi di espressione del sé in cui le persone “mettono in scena” la personale e unica narrazione di se stessi e della propria biografia. Le mura domestiche si configurano da sempre come una galleria in progress di gusti, stili, gesti, abitudini e attitudini personali e relazionali attraverso cui gli individui costruiscono e comunicano all’esterno la propria identità sociale.

Mentre in passato questa possibilità era legata quasi esclusivamente alla sfera del lusso e prerogativa di una élite di persone affluenti, viaggiatori e collezionisti, oggi si apre, complice lo sviluppo delle stampanti 3D e dei macchinari di prototipazione rapida, a un pubblico decisamente più ampio e competente generando allo stesso tempo una nuova interpretazione del lusso stesso: legata sì al pezzo unico – che però non è necessariamente costoso, è funzionale e non solo bello da esibire – ma anche caricata di una forte componente affettiva che nasce dall’aver messo alla prova la propria creatività.

Di qui l’importanza che il crescente grado di personalizzazione di spazi, oggetti e arredi riveste sempre di più nell’immaginario e nei desiderata delle persone, caratteristica a cui i designer e interior designer stanno dando risposte sempre più convincenti.

Alphabeta è la lampada creata dal designer italiano Luca Nichetto per il marchio svedese Hem. Non un semplice punto luce ma un vero e proprio sistema che funziona come un alfabeto: otto elementi progettati accuratamente in ogni dettaglio, dalle specifiche tecniche ai materiali fino al range di colori, che – combinati tra loro – generano un infinito numero di configurazioni. Ciascuno può assemblare la sua propria lampada che varia non solo nella forma ma anche nella qualità e nell’intensità di illuminazione.

home_01

Come sottolinea il designer Philippe Starck, questa nuova attitudine progettuale non solo è interessante e ingaggiante per le persone ma rappresenta anche un metodo produttivo più sostenibile di quelli tradizionali, sia economicamente che in termini di riduzione degli sprechi e risparmio delle risorse.

It is a huge success – dice il designer francese – It’s very interesting to see that people appreciate the model, the low price. It is fun, it is joyful. They love the proposal […] With one mould, with one chair, every chair can be totally different. Anybody can do that.

Mobili e arredi non sono gli unici elementi che si prestano alla personalizzazione. L’architetto olandese Janjaap Ruijssenaars, fondatore dello studio Universe Architecture, ha ideato Tetris House, il prototipo di un’abitazione “componibile” che si ispira ai mattoncini a incastro del famoso videogame.

home_02

I “blocchi” prefabbricati possono essere sovrapposti e ruotati a seconda delle specifiche esigenze di spazio di chi li abita con la possibilità di aggiungere balconi e finestre dove ce n’è la necessità. E costruire la propria casa diventa “un gioco da ragazzi”.

Questo macro-trend si articola in due micro-trend denominati Do it your way e FutureCraft Design.

Do it your way

Designer, brand e aziende riconoscono il ruolo attivo che le persone hanno acquisito nei confronti dei diversi aspetti del consumo dotandoli di “strumenti” che gli permettano di creare un’esperienza personale dei prodotti, lasciando la “composizione finale” al loro estro e creatività.

I consumatori nel ruolo di “consum-autori” non solo amano mettere alla prova le proprie capacità ma ricercano mobili e arredi fatti a misura dei propri gusti e che si adattino a specifici bisogni. La personalizzazione, in particolare dell’ambiente domestico, assume un profondo significato emotivo e diventa un elemento fortemente identitario.

A questo scopo nascono soluzioni di arredo pensate in una logica modulare, differentemente assemblabili o realizzate prendendo in prestito la metafora del canvas: come una “tela bianca” su cui chi acquista può imprimere la sua unica e inconfondibile impronta.

L’atteggiamento di consumo che va nella direzione di una progressiva “autonomia” delle persone è particolarmente visibile nel fenomeno, sempre più vasto, dell’autoproduzione domestica. Questo è evidente sia nell’esplosione del fai-da-te che nella diffusione di elettrodomestici e attrezzature semi-professionali che permettono di produrre all’interno delle mura domestiche quasi ogni genere di prodotto, alimentare e non: pane, birra, vino, distillati, ortaggi, cosmetici, indumenti, oggetti ecc.

Fare da sé, infatti, vuol dire avere il controllo sulle materie prime – nel caso di cibo, cosmetici o prodotti per la pulizia della casa – e viene vissuto dalle persone come un esercizio, in molti casi anche socializzante, di espressione del sé.

Può ben succedere che una cena intima fra pochi amici si trasformi in una festa allargata. Ispirandosi al proverbiale senso di accoglienza italiano, il designer Davide Negri ha ideato Rodolfo, un sofà modulare componibile in diverse configurazioni che dà una risposta rilassata al panico da “… e adesso dove li metto?”.

home_03

Realizzato per LOVEThESIGN, il sito di e-commerce dedicato all’arredamento, Rodolfo è composto da tre moduli: una struttura in acciaio tubolare, una seduta/letto pieghevole e un divano/schienale. I tre moduli sono venduti separatamente, in modo che chi acquista possa dare libero sfogo a tutta la sua fantasia nel personalizzare il sofà come meglio gli aggrada – accostando le diverse colorazioni – e nel posizionarlo all’interno del proprio appartamento per ideare strutture che siano tanto funzionali quanto singolari.

La dicitura che campeggia sul sito web non potrebbe essere più appropriata: A sofa tailored on you. Rodolfo, infatti, è improntato alla massima flessibilità: ogni modulo ha una sua funzionalità indipendente ed è combinabile con gli altri in un’infinità di maniere. All’occorrenza, infatti, ogni seduta si trasforma in un letto con un semplice gesto, per ospitare amici e parenti oltre a essere provvista di anelli in metallo e asole in tessuto per agganciare altri eventuali moduli, assicurando stabilità e comfort durante l’utilizzo.

I tessuti e la struttura “portante” sono disponibili in un’ampia gamma colori per adattarsi ai più disparati stili di interni e spaziano dalle sfumature più tenui a quelle più accese, garantendo piena libertà di realizzare la combinazione cromatica che più si addice al contesto, con l’ulteriore possibilità di rinnovarla sostituendo solo la fodera. Caratteristiche che fanno di Rodolfo un oggetto e un progetto in continua evoluzione che muta al mutare dei gusti e delle esigenze.

Parole Chiave: modularità, flessibilità, multifunzionalità, progetto in divenire.

Un bagno pensato come un abito su misura, che venga incontro alle esigenze e ai gusti flessibili e vari del cliente. È questa l’idea che ha mosso il designer Frederik Wallner nel progettare la collezione di arredi da bagno per l’azienda svedese Swoon, fondata nel 2014 da Lars Tobiasson che spiega in modo chiaro la sua visione: We wanted to do something completely new. I’ve worked a long time with bathrooms and know that many people are a little tired of standard solutions. With Swoon everyone can create a personal style in the bathroom, just like in the rest of the home. We want to transform the bathroom into your favourite room!

Fedele ai suoi obiettivi, la serie di arredi include quattro differenti stili: Side (minimalista, con gambe in metallo sottile, ripiani in ceramica e maniglie circolari); Soft (gambe in legno “modello cavalletto”, frontali dei cassetti arrotondati e maniglie integrate); Square (neo-rustico caratterizzato dai frontali con un ampio bordo); Single (una versione “compatta” delle altre per spazi più piccoli).

home_04

I clienti possono combinarli a piacimento scegliendo tra una vasta gamma di colori sia per quanto riguarda la rubinetteria, che le maniglie che i mobili stessi, componendo on-line la propria configurazione attraverso uno strumento semplice e interattivo che prende il nome di “digital showroom”. Dopodiché non resta che ordinare, attendere la consegna e… indossare il tutto.

Parole Chiave: made-to-measure, interattività, user generated product, on-demand furniture.

Fin dall’inizio della sua carriera, Margje Teeuwen è stata affascinata dalla bellezza delle forme che si originano dai fogli accartocciati, arrivando già cinque anni fa a produrre una collezione di lampade ispirata proprio a quelle stravaganti forme. Ma solo dopo l’incontro con il designer Erwin Zwiers (che stava lavorando a un progetto simile) è nata Proplamp.

Proplamp è una lampada – disponibile nelle versioni sospensione, piantana o a parete – a forma di foglio spiegazzato, in tessuto-non-tessuto biodegradabile. Ogni lampada è pre-modellata da Margje ed Erwin, ma le caratteristiche uniche del materiale consentono alla lampada di essere rimodellata più e più volte da parte del nuovo proprietario, permettendo a chiunque di adattarne la forma ai propri desideri, quasi come avere una soffice nuvola in salotto nella quale vedere la forma che si vuole.

home_05

Le forme che un foglio di carta appallottolato può assumere sono infinite e talmente complesse che anche il più sofisticato dei computer non può riprodurle. È qui che risiedono l’eccezionalitàla poesia di questo prodotto capace di incarnare il personalissimo tocco di chi l’ha plasmato. Dal sito sembra siano allo studio anche Prolamp in tessuto stampato. Un modo nuovo e creativo di “fare luce” in un ambiente.

Parole Chiave: pezzo unico, esclusività, hand-made, foglio bianco.

Finalista al concorso Electrolux Design Lab 2015, Future Kitchen del ventiquattrenne studente di design Tobias Tsamisis intercetta e interpreta le nascenti pratiche di autoproduzione casalinga e dà un nuovo significato all’espressione from farm to table, essendo in grado essa stessa di coltivare in autonomia frutta e verdura.

home_06

Da un lato, infatti, la cucina integra un sistema acquaponico dove piante e pesci vivono beneficiando le une degli altri: i pesci producono il concime che permette alle piante di crescere più velocemente e in salute. L’unica tecnologia necessaria è una pompa per regolare la circolazione dell’acqua tra il serbatoio e le piante.

Dall’altro lato, la cucina fa bella mostra di una zona cottura dotata di fuochi e lavandino, che possono essere nascosti quando non in uso. Al di sotto, c’è spazio sufficiente per una lavastoviglie e un forno. L’intera superficie, infine, è un touch screen gigante che, oltre a gestire gli elettrodomestici, permette ai più piccoli di interagire con il sistema per imparare in modo divertente i fondamentali della sana cucina e della corretta alimentazione.

Parole Chiave: autoproduzione domestica, cucina autosufficiente, D-I-Y, learning, from farm to table.

FutureCraft Design

L’ecosistema digitale e le nuove strumentazioni di prototipazione rapida e taglio laser stanno rendendo il design un processo sempre più “aperto” e collaborativo. Le nuove tecnologie e la nascita dei fab lab coinvolgono i consumatori nella creazione e nella produzione, rimarcando il concetto che il design può essere fonte di curiosità, ispirazione e coinvolgimento anche per i non addetti ai lavori.

Grazie a questo processo, il lavoro di designer e progettisti si arricchisce di nuove forme e significati – spesso inaspettati – che le persone attribuiscono agli oggetti da loro pensati, attivando una dinamica virtuosa di reciproci feedback.

Quella che va sotto il nome di Terza Rivoluzione Industriale e che vede l’ascesa dei makers – i nuovi artigiani digitali – mescola abilmente tradizione e innovazione e innesca un circolo virtuoso tra il saper fare manuale, il recupero di tecniche antiche – spesso strettamente legate a specifiche realtà geografiche – e le nuove tecnologie e la produzione industriale.

A questi prodotti le persone riconoscono il valore dell’unicità, della qualità e della cura unite al profondo radicamento nel territorio di origine. Complementi, mobili e arredi diventano, così, oggetti singolari e irripetibili, ricercati e aspirazionali perché capaci di raccontare una storia.

Ispirandosi alle popolari lampade sferiche che riempiono i mercatini delle pulci della Thailandia (realizzate arrotolando e incollando fili di cotone intorno a un palloncino che poi viene fatto scoppiare), il THINKK Studio, con sede a Bangkok, ha messo a punto una macchina low-tech e a basso consumo energetico che ricrea un simile processo e consente alle persone di realizzare porta-lampade in filato, personalizzabili in una varietà di forme, dimensioni e colori.

home_07

Il Lanna Factory è un semplice telaio in legno a cinque fusi – ciascuno con un filo di colore diverso – e una ruota a pedali. Il filo passa attraverso un contenitore con della colla e viene avvolto intorno a uno stampo in PVC mosso grazie alla ruota a pedali. Quando la colla si asciuga, il porta-lampada può essere rimosso dallo stampo.

È possibile scegliere tra stampi di diverse forme e decidere personalmente la trama e il colore del filo, rendendo così ogni lampada unica e giocando con molteplici reticoli di fili multicolori. We believe that everyone needs something to suit their lifestyle and interior space but it is rarely found in mass production […] From this Lanna Factory, the lamp shade can be produced in the same shape and colour. But in the detail, it is different every time dice Decha Archjananun del THINKK Studio.

Ci sembra di vedere le nonne del futuro intente non più a intrecciare semplici maglioni ai ferri, ma a tessere sofisticate lampade al telaio.

Parole Chiave: tradizione e innovazione, low-tech, personalizzazione, pezzo unico.

Pensando alla diffusione della cultura DIY, la designer-maker israeliana di base a Berlino Ningal ha creato una coppia di sedie open source da montare a casa propria. Niente di speciale, sembrerebbe, se non fosse che le sedie FABrics sono progettate in modo da poter essere anche prodotte localmente da chi acquista – ovunque si trovi – come fosse un proprio personale progetto.

home_08

Fresatrici computerizzate, macchine taglio a laser e stampanti 3D sono oggi diffuse in molte aziende e laboratori (Fab Lab, Maker Space, ecc.) nel mondo, e non sarà quindi difficile trovarne qualcuno che possa fabbricare su commissione le singole parti delle sedie. Le FABRrics sono realizzate con una struttura in legno multistrato di betulla, con sedile e schienale in pelle, fissata con rivetti prodotti con la stampa 3D.

Ogni singola parte può essere personalizzata a seconda delle preferenze del singolo acquirente, come la finitura del legno, il tipo di pelle e il colore dei rivetti. Una volta realizzato il tutto, basta solo montare i pezzi e il gioco… pardon, la sedia è fatta.

Parole Chiave: artigianato reloaded, hyperlocal, open source design, co-creazione.

Anche se non tutti hanno l’opportunità o il bisogno di avere in cucina un mobile isola, poter usufruire di spazio in più dove riporre gli utensili o da sfruttare nella preparazione dei pasti torna sempre utile. Se poi all’utile si unisce il dilettevole, come si usa dir…

La Riff Raff Kitchen Island, dello studio di design Wake the Tree Furniture con se-de in Pennsylvania, è un bel mobile da cucina monoblocco da utilizzare a isola, completamente fatto a mano, che nelle forme si richiama al modernariato di metà secolo scorso. È realizzato in noce nero della Pennsylvania, con luminosi pannelli forati verniciati a polvere su entrambi i lati pensati per appendere o riporre tutta la “cianfrusaglia” – ricettari, pentole, padelle, spezie, e chi più ne ha più ne metta − ed è inoltre dotato di scaffali per un veloce accesso agli utensili di maggior utilizzo.

home_09

Ogni pezzo è realizzato su ordinazione e può essere personalizzato a proprio piacimento, scegliendone legno, colore, dimensioni e disposizione degli elementi. Variation in paint colors & wood species – even dimension changes are welcome. We’ll work with you through this process to see that you get exactly what you envision si legge sul sito web, insieme a una precisazione: We are a small company, so please allow 6-8 weeks to complete this piece. Anthony, infatti, è il falegname di seconda generazione che lavora a mano tutti i pezzi prodotti e che traghetta la tradizione e il know how di famiglia nel nuovo millennio con immutato amore per la professione e l’ambiente. Parte del ricavato dell’azienda, infatti, è destinato a supportare l’Old-Growth Forest Network, organismo che preserva le antiche foreste americane.

Parole Chiave: artigianato digitale, glocal, sostenibilità, legame col territorio, storytelling.

Come dice il nome stesso, NextGen Knives si prefigge di realizzare la nuova generazione di coltelli da cucina. Al di là della capacità di taglio, infatti, e della qualità delle lame, la caratteristica spesso sottovalutata di un coltello è il manico, in particolare per chi in cucina ci sta di mestiere. Alla lunga, infatti, l’impugnatura sbagliata genera dolori e callosità.

Dopo aver studiato l’ergonomia della presa per un anno, questo nuovo marchio ha messo in produzione – con l’aiuto della piattaforma di crowdfunding Kickstarter – una linea di coltelli i cui manici sono progettati e stampati in 3D con un design ergonomico per dare a chi li usa il maggior comfort possibile.

home_10

Ma non solo. A fronte di investimento economico superiore, la presa può essere realizzata su misura della mano “unica” che la userà. Basta, infatti, inviare attraverso il sito web un’immagine scannerizzata della mano con cui si utilizzerà il coltello (le impugnature sono ovviamente disponibili sia per destri che per mancini) affiancata da una monetina da un quarto di dollaro come riferimento per le proporzioni e si riceverà a casa il coltello “perfetto” per sé.

Parole Chiave: design sartoriale, iper-personalizzazione, inspired by me, segment of one.

Salone del Mobile.Milano Trend Lab